Lo studio legale ha collaborato con l'ufficio legale dell'ospedale “Ospedali Riuniti Villa Sofia - Cervello” sia nelle fasi stragiudiziali che giudiziarie, ottenendo ottimi risultati in merito sia ai procedimenti penali, con una sentenza di assoluzione, sia nella fase puramente collaborativa con l'ospedale attuale: inoltre, abbiamo fornito consulenza legale estesa a questo stesso ospedale per quanto riguarda i casi civili.
Durante il periodo in cui l'ufficio ha assistito l'ospedale Azienda Ospedaliera Villa Sofia, poche richieste di assistenza sono state accettate dai clienti per incidenti che si sono verificati in rapporti con singole strutture o medici, risolvendo in tal modo i conflitti di interesse. Nell'ipotesi di gestione dei casi di QBE o di quelli delle parti assicurate, si è ovviamente impegnato a continuare a comportarsi allo stesso modo non accettando i casi che rappresentano l'altra parte.
Tra i principali contratti conclusi, si annoverano difese e consulenze a strutture, medici e personale esercente professioni sanitarie in forza presso Ospedali Riuniti Villa Sofia - Cervello (PA), Policlinico P. Giaccone (PA), ARNAS Civico (PA), P.O. Vittorio Emanuele (CT), Ospedale Umberto I (EN), Papardo Piemonte (ME), Policlinico di Bari AOUC, Policlinico San Nicola Pellegrino (Trani), Ospedale Cardarelli (NA), Ospedale Civile di Torre Annunziata, Ospedale SS. Giovanni e Paolo (VE), Ospedale di Belcolle (VT) ,etc.
nella casistica procedurale, possono esemplificativamente dettagliarsi:
- Procedimento penale per lesioni colpose gravi ai signori C. M., G. R., I. G., M. A. M., I. L., B. F., tutti i medici o gli operatori sanitari dell'ospedale “Ospedali Riuniti Villa Sofia - Cervello”. In particolare, l'ufficio ha assistito quattro dei suddetti imputati comuni, due chirurghi (I. G., B. F.) e due infermieri professionisti (M. A. M., I. L.). In una cooperazione congiunta e colpevole (i primi tre elementi e il sesto), in quanto membri delle squadre che eseguivano le operazioni, insieme al personale responsabile della pulizia e della sterilizzazione in sala operatoria, i medici e gli operatori sanitari erano stati accusati causando lesioni ai minori GL e BF, che avevano contratto l'epatite da HCV (una malattia incurabile) durante le operazioni chirurgiche di adenoidectomia e adenotonsillectomia, che hanno subito nella sala operatoria sopra menzionata nell'unità operativa di otorinolaringoiatria presso l'ospedale Villa Sofia di Palermo. Dopo una lunga fase di indagine e dibattito pre-processuale, il processo effettivo si è concluso con una sentenza (diretta a tutti gli operatori sanitari coinvolti nella vicenda) di assoluzione, perché il fatto non costituiva un crimine.
- Procedimento penale per grave lesione colposa a L. G., P. G. e L. M., rispettivamente due medici e un infermiere presso l'ospedale universitario "Policlinico Paolo Giaccone" di Palermo. In particolare, lo studio legale ha assistito il medico L. G., il senior manager della U.O.C. nel Dipartimento di Medicina interna biomedica, nonché specialista del Policlinico Paolo Giaccone, dove la parte lesa era stata ricoverata in ospedale e durante la sua permanenza aveva contratto la malattia infettiva della scabbia. Così come la signora G.A.M. stessa, ricoverata al Policlinico, l'accusa ha identificato come parti lese i suoi parenti MR e SG. Il procedimento si è concluso con un'ordinanza di licenziamento, emessa dal Giudice per l'indagine preliminare a Palermo, dal momento che è stato accertato che la parte lesa aveva contratto la malattia in un altro ospedale, in cui era stata ricoverata in ospedale tre settimane prima; di conseguenza non è stata accertata alcuna responsabilità nei confronti degli operatori sanitari del Policlinico;
- Sono stati avviati procedimenti civili a difesa di oltre cento venti parti danneggiate da epatite HCV, HBV e HIV; le patologie sono state contratte a causa e in seguito alla soggezione di trasfusioni di sangue infetto e / o ingestione di emoderivativi. Dopo una lunga fase preliminare, durante la quale 16 delle parti lese che hanno avviato un procedimento giudiziario sono state sottoposte a controlli da parte di medici legali, il processo si è concluso con una sentenza che riconosce il reclamo e che concede un risarcimento per danni per un totale di oltre 20 milioni di euro.