La Corte di Appello di Venezia, con sentenza del 7 dicembre scorso, dopo una battaglia giudiziaria durata otto anni ha riconosciuto l’indennizzo riconosciuto dallo Stato Italiano alle vittime del Talidomide ad una signora veronese 48enne affetta da malformazione congenita causata dalla assunzione da parte della madre in gravidanza del purtroppo noto farmaco tedesco.
Si tratta del primo caso di riconoscimento dell’indennizzo a soggetti nati fuori dal periodo intercorrente tra l anno 1958 ed il 1966.
Dopo che il Ministero aveva negato il suo diritto la signora aveva presentato un ricorso ma in prima battuta il Tribunale di Verona nonostante le malformazioni della signora P., focomelica su entrambi gli arti superiori, fossero state ricondotte dai medici legali nominati dallo stesso Tribunale all’assunzione materna del farmaco antinausea “talidomide”, aveva respinto ogni richiesta.
Gli avvocati della P., i palermitani Ermanno Zancla e Federica Licata, ricorrevano in appello
La Corte di Appello di Venezia dopo svariati rinvii finalizzati a trovare una conciliazione tra il Ministero della Salute e la signora P., in considerazione di una nuova normativa che nel 2016 ha esteso la platea dei danneggiati che possono ottenere l’indennizzo in presenza di determinate malformazioni oggetto di valutazione medico-legale, le ha finalmente riconosciuto l’indennizzo ai sensi dell’art. 21 ter legge n.160/2016.
Questa decisione apre una strada a tanti, vittime di un farmaco che ha distrutto tante vite, che ancora aspettano di essere indennizzati.